Privacy e pensiero indipendente nel XXI secolo
René Magritte, Le faux miroir, 1928. MoMa, New York.

Privacy e pensiero indipendente nel XXI secolo

Qui alla Punkt. abbiamo cercato fin dall'inizio di concepire prodotti tecnologici davvero utili, ideati per fare bene poche cose essenziali, e che possano servire chi li utilizza, non il contrario.  Negli ultimi due anni, i temi della dipendenza tecnologica e della distrazione costante sono finalmente diventati mainstream. Ora l’attenzione degli utenti si sta concentrando sulla privacy, o per usare un termine più appropriato, data security, la protezione dei dati. 

Ma quanto conta davvero la privacy? La risposta dipende da quanto vogliamo rimanere umani. Il fatto che i data broker sappiano tutto di noi non significa soltanto che ogni tanto compriamo qualcosa di cui non abbiamo davvero bisogno. Qualche anno fa c’era davvero poca consapevolezza del loro potere e la gente ripeteva:

“Non faccio niente di male, quindi non ho niente da nascondere.”
 

Ma pian piano il senso di disagio intuitivo si è trasformato nella sensazione fondata di essere proprietà di qualcuno.  

Oggi molti sono consapevoli che lo situazione della sicurezza dati è a) “un po' strana” e comunque b) “difficile da controllare”. Nei prossimi mesi svilupperemo una nuova sezione di questo sito sito che affronta entrambi i temi: spiegheremo in modo più dettagliato come la questione dei dati riguardi tutti noi e come sia possibile mantenere l'autonomia personale e sociale di fronte alle varie strategie di persuasione.

Il motivo per cui esistono i data broker (cioè società di social media, motori di ricerca, ecc.) è che qualsiasi organizzazione con i mezzi necessari può plasmare la nostra mente. Se si elimina questo processo senza sostituirlo con una nuova ragione di esistere (ad esempio, i compensi di utenti che attualmente rappresentano il prodotto stesso), scomparirebbero da un giorno all'altro. È anche vero che alcuni traggono beneficio dall'interazione con i data broker (se non si tiene conto di eventuali recessioni, disordini sociali, guerre informatiche, guerre convenzionali, ecc.) ma non è certo quello che fa funzionare il loro business model.

Anche in questa epoca di post-verità, la più grade menzogna del web rimane “ho letto e compreso tutti i termini & condizioni”. Vorreste davvero leggere i T&C di tutto quello che avete firmato? Dovreste prendervi due settimane di vacanze. Agli albori dei social era facile per Mark Zuckerberg definire “idiota” (1), chi offriva volontariamente i propri dati su Facebook perché non c'erano pressioni per usare i social. Oggi, se si vuole mantenere un minimo di autonomia identitaria bisogna adottare una mentalità “attivista” per uscirne, perché il sistema è particolarmente difficile da contrastare. 

Prendere posizione

Il primo passo è quello di decidere quanta parte della nostra vita vogliamo affidare a una potente tecnologia invisibile. Bisogna riconoscere che l'apparente comodità di certi strumenti ha sempre un prezzo da pagare. Tra le strategie che possiamo adottare: ridurre il tempo passato allo schermo, limitare l'uso dei social, munirsi di una sveglia analogica, confrontarsi a voce. 

In secondo luogo, dobbiamo davvero fare i conti con le impostazioni di privacy e con altri aspetti della sicurezza dei dati. Non è molto divertente, ma va fatto. Noi di Punkt. stiamo mettendo insieme un team volontario di specialisti della privacy online e presto presenteremo una guida per imparare a crearci dei confini digitali che siano davvero sani. (Sono benvenuti i contributi di tutti).

In terzo luogo, oltre ad affrontare questi temi come singoli individui, dobbiamo lavorare tutti insieme. In parte come società, per esempio facendo pressione sui rappresentanti eletti, ma anche a livello comunitario, magari scegliendo bar e locali dove gli smartphone sono vietati (o suggerire di andare in posti che hanno quella filosofia), dando un colpetto di gomito agli amici che sentono il bisogno di fotografare  tutto quello che vedono, ecc. È molto simile alla campagna per contrastare gli effetti del  cambiamento climatico (anche perché l'impronta totale di CO2 di computer/smartphone è paragonabile a quella del settore aeronautico).


E infine, noi di Punkt. vorremmo sapere da voi come ce la stiamo cavando. Per funzionare  nel mondo commerciale dobbiamo trovare un modo equilibrato e coerente di capire come gli utenti usano il nostro sito, ma essendo un'azienda indipendente non abbiamo specialisti  interni dedicati e dobbiamo affidarci a una consulenza esterna. Quindi ci piacerebbe davvero capire cosa ne pensate e vi preghiamo di scriverci a competitions@punkt.ch se avete commenti o consigli.

Nota 

  1. Mark Zuckerberg, quoted in Business Insider

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