Ritornare a scuola concentrati e in forma
© Banksy, No Future, 2010

Ritornare a scuola concentrati e in forma

Il lockdown mondiale ha reso i bambini psicologicamente vulnerabili. Ora che tornano a scuola, cosa possiamo fare per proteggerli?

Una delle tante conseguenze problematiche della pandemia è stata l'aumento vertiginoso del tempo che i bambini passano davanti a uno schermo. E ormai sappiamo fin troppo bene che vivere costantemente in contatto con vari gadget elettronici porta problemi fisici, di postura e di vista, per esempio, ma anche psicologici, di identità, concentrazione, ansia, ecc.. Forse ancora più preoccupante è che le interazioni sociali nel digitale causano nei più giovani veri e propri danni alla sfera dello sviluppo sociale e dell'equilibrio emotivo. Se pensiamo all'istruzione, è ormai assodato che avere uno smartphone sempre con sé riduce i livelli di QI.

Fin dall'inizio della pandemia molti hanno cominciato a riflettere su come approfittare di un momento così difficile per “ricostruire meglio”. Uno degli esempi di cui si è parlato di più è  il tentativo di rallentare il traffico e rendere le strade più vivibili. Forse è un buon momento per fare qualcosa di simile con il ruolo che la tecnologia occupa nello sviluppo interiore dei bambini, per cogliere l'opportunità di farli crescere in un luogo migliore del ciglio della superstrada informatica.  

Nuovo anno scolastico, nuove abitudini

I principi di base sono semplici: tramonto digitale (device ritirati a un orario preciso, ben prima di andare a dormire) e sveglia classica (mai svegliarsi con uno smartphone).

Ma per evitare l'abbassamento di QI, i problemi di concentrazione e il senso di inadeguatezza sociale, dobbiamo fare di più: assicurarci che i nostri bambini crescano consapevoli che le attività digitali siano secondarie a quelle del mondo reale, e non il contrario. In altre parole non dovrebbero vedere le visite al mondo reale (interagire con genitori e amici, mangiare, andare in bagno), come interruzioni sgradite al costante stimolo del mondo online.

Vorremmo fare due proposte. La prima è quella di adottare regole ferree sui momenti privi di digitale: nessun telefono a tavola, mentre si parla, e nemmeno quando si va al museo o a giocare al parco. In questo caso anzi sarebbe meglio lasciare lo smartphone a casa, o perlomeno consegnarlo ai genitori durante le varie attività. Altrimenti il cervello dei ragazzi, già vulnerabile di per sé, continuerà a cercare la dose di dopamina che il digitale può dare. 

In secondo luogo: chi trae beneficio dal fatto che i bambini abbiano uno smartphone? Principalmente le società tecnologiche e gli inserzionisti, e chiunque possa avvantaggiarsi del fatto di poter affittare la mente delle persone. Ora che i lati negativi della tecnologia sono chiari a tutti, forse è arrivato il momento di alzare l'asticella, per esempio dando ai nostri figli un cellulare solo per chiamate invece di uno smartphone. I vantaggi sul lungo termine sono evidenti. 

Ma ehi! Cosa diranno i loro compagni? E i ragazzi come potranno interagire con altri amici, se sanno farlo solo tramite uno schermo? La risposta, per chi non vuole fermarsi al primo ostacolo, è prepararli. Sta a voi fargli capire che l'uso continuo dello smartphone riduce il QI, in modo che possano ribattere usando quel dato, se necessario. L'ideale, sarebbe discutere con loro di tutti i problemi che potrebbero presentarsi finché non vorranno spontaneamente interagire nel mondo reale. Ma se non è possibile, siate fermi e spiegategli semplicemente come vanno le cose, armandoli di risposte semplici da dare in caso di bisogno, tipo “Voglio combinare qualcosa nella vita” o “Che noia stare sempre a guardare un telefono”, “Preferisco incontrare gli amici invece di chattare” (ho aggiunto la frase precedente perché “Oh, so phoney” non è traducibile). In più potreste coinvolgere altri genitori, creando una specie di confine digitale tra chi ha una vita reale e chi non ce l'ha e molto probabilmente vivrà una costante dipendenza elettronica.

Visto che bambini e adolescenti sono destinati a una vita e a un lavoro in remoto, questa è forse l'ultima possibilità che hanno di godere del mondo reale.

Note:
The mere presence of your smartphone reduces brain power, study shows (ScienceDaily)

Letture consigliate:
Kids losing social skills due to smartphones (The Scotsman)
Children repeatedly check their phones through the night for 'fear of missing out' (The Express)

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