Come è la vita senza uno smartphone? Voglio proprio saperlo.

Questo report è una versione aggiornata di un pezzo uscito sul blog nell'ottobre 2017.

Leggiamo spesso la frase “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.”

Quindi voglio iniziare da me. Voglio separarmi dal mio smartphone. È importante sottolineare che non ho nulla contro la tecnologia e il digitale, ma nelle aree di mia competenza voglio riprendermi del tempo, senza smartphone. Avevo preso questa decisione parecchio tempo fa, ma quando la scorsa settimana mio figlio mi è venuto vicino e mi ha detto: ‘Oh mamma, stai di nuovo guardando il telefono!’, mi è stato chiaro. Pian piano, quasi in modo naturale, lo smartphone si era infilato nel parco giochi, nella stanza dei bambini, sul tavolo a cena, sul divano e in camera da letto: “Perché non rispondere a qualche messaggio appena prima di addormentarsi e leggere le risposte appena svegli al mattino?’

Ci sono persone che riescono a creare confini ben definiti e semplicemente lasciano il telefono a casa, ma di certo io non sono uno di loro. Da qui la decisione: voglio continuare ad essere attiva sui social media. Sì. E voglio avere un cellulare, ma che non mi streghi a tal punto da doverlo portare con me ovunque, anche dove ci sono un sacco di altre cose da fare. 

Mi viene in mente una storia molto bella: Un gruppo di studenti chiede al loro maestro Zen perché ha l'aria così felice e soddisfatta. E lui risponde: “Quando sto in piedi, sto in piedi. Quando cammino, cammino. Quando mangio, mangio. Quando amo, amo.’ ‘Anche noi lo facciamo, maestro!’, rispondono gli studenti. ‘Maestro cosa fai oltre a quello?’ E il maestro risponde: 'Quando sto in piedi, sto in piedi. Quando cammino, cammino. Quando...' Ancora una volta, gli studenti dicono:  'Ma anche noi lo facciamo, maestro!’ E lui dice ai suoi studenti:  ‘No –voi  quando siete seduti siete già in piedi. Quando siete in piedi, già camminate. Quando camminate siete già alla meta.”

Questa storia rappresenta perfettamente come uso lo  smartphone. Facciamo  tutto simultaneamente. Ascoltiamo i nostri figli mentre cuciniamo mentre mandiamo messaggi e diamo un'occhiata a Facebook ecc. Il multi-tasking può sembrare utile, ma non è una condizione ideale sul lungo termine. Spesso non riesco a fare una cosa per volta, e ne sento il bisogno.

Il telefono che ho comprato in ottobre può solo telefonare e mandare messaggi, punto e basta, o come diciamo in tedesco, Punkt. Adoro fare foto, ma ho la macchina fotografica. Così quando telefono telefono, quando scrivo scrivo, quando fotografo fotografo.

Prima, quando mi ritrovavo nei luoghi più magici, facevo una foto con lo smartphone e poi già che c'ero davo un'occhiata  a Facebook o alle mail. O perlomeno postavo subito la foto. E quello è proprio la cosa che voglio evitare.

Quando mi mettevo sul divano con un libro, avevo sempre il telefono accanto, e siccome davo allo smartphone la priorità, ben presto il mio tempo dedicato al divano finiva e io non avevo letto una sola pagina. E ora voglio evitare anche questo.

Quando mio figlio vuole dirmi qualcosa, mostrarmi qualcosa, o fare qualcosa per la prima volta, voglio essere lontana dallo smartphone. Senza nemmeno pensarci. Voglio tornare a fare, in piena consapevolezza, tutto quello che sto facendo.

Quindi ora ho due nuovi compagni: un cellulare Punkt. e una macchina fotografica digitale Olympus.

Ho cominciato il mio  digital detox alla fine dell'ottobre 2017, il che significa che ormai è da mesi che non uso lo smartphone. E questo detox ha cambiato il mio comportamento in modo duraturo. Anche se ho riattivato lo smartphone per motivi di lavoro, uso ancora l'MP01. Quando vado in giro, spesso lo prendo con me,  perché semplicemente mi fa sentire libera, libera dalla dipendenza digitale, e mi regala un'esistenza più consapevole.

Lo smartphone è diventato meno fondamentale: certo, c'è ancora, ma fa poco. Suona se c'è qualcosa di urgente. In più, ho dato una pulita alle app, l'email non è più connessa e non ho quasi nessun social media. E questa è un'ottima cosa,  la conferma che posso vivere anche senza lo smartphone.

In questo periodo sono tornata anche a leggere, ed è una cosa incredibilmente preziosa, che mi arricchisce moltissimo. E fatto interessante, le cose vanno meglio anche sul lavoro, mi sento più concentrata, più lucida e meno dipendente da tutta questa cosa dei social media.  Perché la vita reale succede qui, adesso. E Punkt. ci aiuta sempre a ricordarcelo, con il suoi meravigliosi prodotti eleganti, eterni.

E ho scoperto che i prodotti Punkt. hanno anche un altro vantaggio. Ti fanno spiccare, perché sono diversi da tutti gli altri. Anche solo la suoneria del ‘cuculo’ fa spesso girare molte teste, e in parecchi mi hanno chiesto dove l'ho scaricata. Be'...

Consiglio a tutti di provarci. Fate un detox. Il mondo digitale ha molti benefici, ma solo se si hanno le redini in mano. Il pericolo sta quando ci facciamo distrarre, sedurre da questi “aiutanti” digitali. Perché allora la storia di  Michael Ende, Momo, con i suoi ‘Signori Grigi’ crudeli, silenziosamente invadenti, un giorno potrebbe diventare realtà – cosa che non mi sembra particolarmente auspicabile.

Un paio di piccoli difetti dell'MP01: funziona ancora sul vecchio network 2G e sia gli aggiornamenti che l'importazione dei contatti sono ancora un po' macchinosi.

Sono felice che esistano società come Punkt., capaci di cogliere lo spirito del tempo. Non solo perché ci sono persone, come me, che prendono posizione nei confronti della tecnologia, ma perché ci sono momenti in cui voglio usare il tempo in modo diverso. E per quei momenti non ho bisogno di uno smartphone che mi sorveglia. In quei momenti non voglio essere raggiungibile. Niente. Punto. Come diciamo in tedesco, Punkt!

Sandra Elsig
Thun, Svizzera

www.sandraelsig.com

Testo e illustrazioni © Hearty Heroes

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