Punkt. - Natale. Il periodo giusto per staccare.
Immagine: Pieter Brueghel de Jonge: Volkstelling te Bethlehem (1605-1610)

Natale. Il periodo giusto per staccare.

Qual è lo scopo del Natale? Per alcuni è una festività religiosa. Per altri, si tratta di scambiarsi regali. Tuttavia, per la maggior parte di noi, il Natale è qualcosa di più: significa prendersi del tempo per staccare dalla routine quotidiana, per stare con amici e famiglia, che spesso sono coloro a cui riusciamo a dedicare meno tempo, – che sia per lontananza o per stile di vita.

Molto è stato scritto riguardo la commercializzazione del Natale. Ma al giorno d’oggi è necessario aggiungere qualcosa anche riguardo l’atomizzazione del Natale: il fenomeno dello ‘stare da soli insieme’. Esseri umani isolati che siedono attorno al ceppo natalizio, ciascuno digitando sul proprio touchscreen, elemosinando ‘like’ mentre vengono allevati dagli algoritmi, e che, se occasionalmente si trovano a stare gli uni accanto agli altri, lo fanno di fronte a uno schermo. 

Una rappresentazione dura, ma veritiera – server prenotati per l’impennata di utilizzo di internet durante il periodo natalizio ne sono la prova. Non è forse giunto il momento di pensare a de-automatizzare il Natale, almeno un po’? Trovare quell’equilibrio che rappresenti ciò che realmente vogliamo, piuttosto che accontentarci di ciò che ci viene offerto. Avere tutto, ma con moderazione.

Un buon esempio di questa ricerca di equilibrio è il telefono fisso. Un dispositivo classico, con un solo utilizzo. Rimane li. A volte squilla, e poi trasmette la voce di qualcuno che vuole parlare con te. E ti permette di fare lo stesso. Invece, se decidi di mantenere il tuo numero privato, non ti disturba. Confronta il telefono fisso con alternative basate su Internet come Skype e WhatsApp. Queste ultime sono molto più virtuali. Richiedono di aggiornare costantemente sia il sistema operativo che il dispositivo stesso – e possono essere dismesse in qualsiasi momento. Questa irrequieta transitorietà è aggravata dalla generale dipendenza da connessioni wifi e/o connessione alla rete dati cellulare, e dagli imprevisti che queste comportano. E il più ampio modello di business si basa sull’avere accesso alla tua coscienza, per affittarla a tutti coloro che vogliono cambiarla e che pagheranno, proprio perché hanno la sicurezza di poterlo fare.

E durante tutto il tempo, vi è la possibilità che tu e la persona con cui stai parlando veniate distratti da notifiche, non solo prima e dopo la chiamata, ma anche durante – come se entrambi foste cuccioli bramosi in un nido affollato, dove la vostra anima è stata resa di libero accesso. 

Compara questo processo al dover fare qualche passo per rispondere al telefono fisso. Cammini, parli, cammini ancora. Il processo ha un inizio e una fine. Al contrario della cultura dell’essere sempre attivi, che ci spinge ad essere perennemente connessi con tutti in ogni istante, e quindi a non essere mai realmente connessi con nessuno. 

Ma è possibile trovare un percorso intermedio, tra il "tornare all'età della pietra" e "ciascun cambiamento è progresso". In 1984 di Orwell, i dispositivi di comunicazione non hanno un tasto per essere accesi o spenti. Il tuo invece? Perché non usarlo un po’ di più durante questo Natale?

E cosa succede quando distogliamo l’attenzione dallo schermo? Ritorniamo alla realtà collettiva dell’ITRW. E come è lo spazio intorno a noi? È bello? Deve esserlo, perchè i nostri cervelli sono programmati per vedere eleganza, varietà, dinamismo. (E percepire, sentire, odorare, assaggiare.) Siamo costruiti per poter vivere nell’ordinato caos del mondo naturale. Non più nell’era della pietra, ma dissidenti della dipendenza da pixel dell’era degli schermi, il nostro cammino verso la bellezza risiede nel modo in cui arricchiamo la nostra vita. In altre parole, nelle cose attorno a noi. 

Per ritornare all’esempio del telefono fisso, si potrebbe semplicemente acquistare il meno costoso e lasciare che faccia il suo dovere. Oppure si potrebbe investire in un oggetto più elegante, con un audio migliore, fatto per durare nel tempo: ce ne sono molti sul mercato. Oppure sarebbe possibile optare per la novità, ad esempio per un telefono che abbia la forma di una banana. Magari un telefono degli anni ’60 rinnovato. O rimanere fedeli a un budget contenuto per il telefono, e chiedere a un artista qualificato di trasformarlo in qualcosa di sorprendente. E se i soldi sono pochi, si può sempre trovare un telefono di seconda mano e personalizzarlo. Il punto è uno solo: la tecnologia nelle case e nei luoghi di lavoro è spesso brutta, ma non c’è ragione per cui debba essere tale.

E allo stesso modo, nessun’emoticon ha mai conosciuto la bellezza. Scrivendo e postando, le interazioni automatizzate apparentemente efficienti e veloci non potranno mai essere altro se non una sostituzione della realtà. Quindi anche se opti per un approccio volto al non acquisto per Natale, magari considera la possibilità di messaggiare un po’ meno e chiamare un po’ di più. E perché non controllare che gli interruttori di accensione e spegnimento non abbiano smesso di funzionare per mancanza di utilizzo?

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