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Alcune riflessioni per il prossimo decennio

Come sarà il prossimo decennio?

L'ultima volta abbiamo avuto “i ruggenti anni Venti”. Sono stati un'epoca affascinante, ma è giusto ricordare che è allora che è nato il fascismo, e la crisi economica mondiale che in parte hanno causato è finita solo con il più grande conflitto della storia. 

Parallelismi con la nostra situazione attuale? Negli anni Venti il sistema economico era  più fragile che mai. Dopo la prima guerra mondiale si erano verificati gravi disordini sociali. Nei media l'attenzione si era spostata verso le celebrità. E la tecnologia elettronica aveva raggiunto il suo culmine: elettricità nelle case, telefoni, cinema, registrazioni per grammofono ad alta qualità, radio ovunque. Cambiamenti molto simili a quello che avviene oggi. 

Nel 1933 a Berlino, Joseph Goebbels, in un famoso discorso pronunciato alla radio,  aveva detto:

“The Weimar Republic [1918-1933] was not able to understand the full significance of the radio.”

Anche in questo caso, una situazione molto simile a quella di oggi.

All'inizio del Ventunesimo secolo, l'atteggiamento quasi universale nei confronti delle  tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT in inglese) era “ottieni tutto il possibile”. Ma dal 2010 in poi i primi campanelli d'allarme si sono fatti sentire, prima sporadicamente, poi di recente con sempre più urgenza. Dalle vittime dei selfie, al declino graduale dello spazio sociale, dalla comparsa delle pubblicità politiche durante le elezioni, fino alla normalizzazione del transumanesimo, all'improvviso la situazione è diventata preoccupante. È sempre più chiaro che questa ondata di nuove tecnologie non sembra contribuire all'autonomia intellettuale e al benessere delle persone, ed ha chiaramente un effetto devastante sulla situazione politica. È tutto più facile e immediato, certo, ma abbiamo sempre meno tempo. Il fatto che i sistemi informatici abbiano la stessa capacità inquinante degli aerei non è noto a tutti, ma è solo questione di tempo.

Cosa possiamo fare? Be', per ora i bar e i ristoranti che richiedono di non usare il cellulare non sono più visti come qualcosa di stravagante. Stessa cosa vale per i musicisti che chiedono al pubblico di tenere i telefoni i tasca. Parecchie scuole stanno cercando di limitare l'uso delle tecnologie, invece di aumentarlo. E molto altro. In breve, il rifiuto di adottare all'istante ogni innovazione tecnologica non è più visto come qualcosa di arretrato. Stiamo cominciando a realizzare che è molto, molto importante.  

Forse possiamo fare qualche proposito di Capodanno? 

  1. Invece di chiudere un occhio, informiamoci di più sul ruolo sempre più invasivo della tecnologia nei nostri spazi mentali. Ricordiamoci anche che quello che abbiamo visto finora è solo la punta di un iceberg.  
  2. Realizziamo quei cambiamenti di cui si sente sempre parlare: tenere i telefoni fuori dalla camera da letto, limitare l'attività sui social media, osservare la gente in strada, portarsi sempre un libro da leggere, ecc. Invece di scaricare app per sviluppare la forza di volontà, concentriamoci sulla forza di volontà. 
  3. Se ci teniamo a ridurre l’inquinamento tecnologico, pensiamo all'impatto dello streaming dei media. 
  4. E soprattutto, sottraiamoci ai comportamenti di massa. Basta dire che preferiamo le chiamate (è anche più rapido, e chiunque può richiamarvi se è occupato quando chiamate). E poi, facciamo capire ai nostri rappresentanti politici che vogliamo che siano  loro a governare, non il Big Tech. Dobbiamo essere un esempio per le generazioni future. E non sentiamoci strani o diversi, anzi.

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