Contento quando disconnesso

Il bussare alla porta era atteso. Il corriere mormorò qualcosa con un forte accento gallese e mi consegnò una piccola scatola marrone. La scatola arrivava dall’azienda svizzera Punkt., e dentro c’era un telefono cellulare.
Ma non si trattava di un normale smartphone. Era, in realtà, un "dumbphone". Un telefono semplice, ma dal design elegante, raffinato e curato nei dettagli. Era il Punkt. MP01.
Qualche settimana prima mi ero iscritto per partecipare alla Digital Detox Challenge, organizzata dall’azienda per vedere se i partecipanti riuscissero a stare 48 ore senza usare il proprio smartphone. Semplice, no? Voglio dire, quanto può essere difficile stare senza telefono per un paio di giorni?
Ed eccolo lì. Rimasi subito colpito da quanto fosse bello al tatto e alla vista. Aveva un’aria utilitaristica, quasi militare. La parte migliore? Era abbastanza piccolo da entrare comodamente nella tasca dei jeans, senza dare nell’occhio. Nonostante le dimensioni contenute, aveva un peso rassicurante. Non dava quella sensazione di oggetto fragile e scadente che hanno tanti telefoni oggi.
Con il telefono carico e pronto, saltai in macchina e andai al supermercato più vicino per comprare una SIM compatibile. La SIM del mio smartphone non era utilizzabile con l’MP01, che funziona solo su reti 2G. Per fortuna O2 utilizza ancora la rete 2G di cui il MP01 ha bisogno per funzionare, così ne acquistai una, la inserii nel telefono e mi preparai a cominciare la mia sfida.
Io e la mia famiglia avevamo appena iniziato le vacanze annuali quando il telefono è stato spedito dalla Svizzera. Per fortuna, lo staff di Punkt. è stato felicissimo di cambiare l’indirizzo di consegna e inviarlo a me nel Galles del Nord! Avevamo in programma molte escursioni e arrampicate in montagna, quindi la copertura mobile sarebbe stata scarsa comunque. Questo detox sembrava facile!
La mattina seguente, dopo colazione, decisi di iniziare la sfida. Nelle ore tra il risveglio e la colazione, controllai le e-mail, inviai gli ultimi tweet e diedi un ultimo sguardo ai social. Mia moglie e mio figlio mi guardarono e dissero: “Nessuna possibilità.” Erano convinti che, da vero smartphone-dipendente, avrei sicuramente fallito la sfida. Mio figlio, in particolare, era determinato a farmi rispettare l’impegno. Aveva un secondo fine.
Spensi il mio smartphone con l’intenzione di metterlo in un cassetto e dimenticarmene. Semplice, vero? SBAGLIATO! Mio figlio decise che quella era l’occasione perfetta per usarlo e andare a caccia di piccoli animaletti in stile manga in un gioco in realtà aumentata. Sarebbe stata dura resistere alla tentazione di dare anche solo un’occhiata. Così, disattivai rapidamente la sincronizzazione delle app, sperando che fosse sufficiente per non farmi cedere.
Accendere l’MP01 fu veloce e facile. Trovai subito come aggiungere alcuni dei contatti necessari, scelsi una suoneria simpatica e… tutto lì. Nessuna app da installare, nessun Wi-Fi da collegare. Quelle cose semplicemente non esistevano. Lo misi in tasca e uscii per affrontare la giornata. Per fortuna, mia moglie convinse nostro figlio a lasciare lo smartphone nella casetta “per dare una possibilità a papà”!
Arrivammo alla nostra prima destinazione, un museo dell’ardesia. Appena sceso dall’auto, istintivamente misi mano alla tasca, tirai fuori il telefono e controllai messaggi o chiamate. Nulla. Quindi tornò subito in tasca e continuammo. Assistemmo a dimostrazioni, visitammo le vecchie strutture della cava e spendemmo qualcosa nel negozio di souvenir. Tutto il tempo aspettavo il mio primo SMS o chiamata sull'MP01. Nulla.
Col passare delle ore, accadde qualcosa di strano. L’impulso di controllare il telefono cominciò a svanire. La sensazione di perdere qualcosa iniziò a dissolversi. Era questa la libertà dalla vita digitale?
La sera del primo giorno, tornarono abitudini familiari. Di solito, la nostra routine prevedeva che io scrollassi varie app sullo smartphone mentre guardavo la TV o preparavo cena. La voglia di dare “una rapida occhiata” era quasi insopportabile. Mia moglie mi ricordò che avevo portato il laptop in vacanza: “Magari puoi controllare tutto lì per un’oretta dopo cena?” propose. Sembrava una buona idea, ma mentre mangiavamo, capii che non era nello spirito della sfida. Così, per la prima volta da che ricordo, lasciai il portatile dov’era. M mancavano solo 30 ore.
La mattina seguente, a colazione, mio figlio di dieci anni mi chiese se poteva giocare con lo smartphone. Accettai con riluttanza, ma gli dissi che non doveva avvicinarsi a me con il telefono e che doveva rimetterlo nel cassetto a fine gioco. Accettò e uscì a caccia di una creatura gialla simile a un gatto. L’MP01 non aveva ancora squillato, vibrato o notificato nulla, né chiamate né messaggi. Avevo dato il nuovo numero a chi doveva averlo e avevo detto loro di chiamarmi quando volevano. Ma niente. Nessun SMS, nessuna chiamata. Controllai se fosse ancora acceso. Lo era e funzionava perfettamente. La batteria era ancora piena; il mio smartphone, al contrario, sarebbe già stato ricaricato più volte!
Quel secondo giorno prevedeva un'escursione al Monte Snowdon al mattino e una visita a Port Merrion nel pomeriggio. Durante tutta la giornata quasi dimenticai il telefono in tasca. Quando raggiungemmo la cima, decisi che era il momento di fare una chiamata. Telefonai a un mio caro amico e gli raccontai come andavano le vacanze. Gli dissi che eravamo in cima allo Snowdon e che, nonostante il bel tempo, c’era parecchio vento. Lui notò quanto fosse chiara la chiamata e che quasi non sentiva il rumore del vento. Normalmente avrei preso il selfie stick, fatto una foto di famiglia e pubblicata su Instagram. Invece, ho usato una macchina fotografica vera?! È stato bello non twittare il luogo in tempo reale, né postare nulla su Facebook. Vera vita di famiglia. E non sentivo minimamente la mancanza della connessione costante.
Per il resto della giornata l'MP01 rimase nella tasca impermeabile dello zaino. Sapevo che, se avesse squillato, lo avrei sentito. Se fosse arrivato un SMS, anche. Non avevo bisogno di “controllare” nulla. Tornammo tardi, preparammo da mangiare e andammo a dormire.
L'MP01 restò nello zaino.
Il giorno dopo iniziò con mio figlio che mi ricordava che era quasi ora di riaccendere lo smartphone. Facemmo colazione chiacchierando della giornata e delle prossime avventure. Alle 9 mia moglie mi prese la mano e mi chiese se fosse stato difficile. Mi ero dimenticato che la sfida era finita! Mi accorsi che non avevo più la voglia di controllare l’MP01, tanto meno lo smartphone. Finito il caffè, controllai per l’ultima volta il Punkt. Nulla. Ed ero felice.
Passammo tutta la giornata senza che io riaccendessi lo smartphone. Mi sentivo svuotato, quasi triste all’idea di tornare alla connessione costante 24/7. Le solite centinaia di e-mail, tweet e post si riversarono sullo schermo, tutti a chiedere attenzione, la maggior parte inutili. L'MP01 era lì sul tavolo, ancora con la batteria al 100% e pieno di promesse. D’ora in poi sarà la mia prima scelta.
L’ultima volta che mi ero sentito così disconnesso dal mondo digitale era nei primi anni '90.
È stato bello tornare anche solo un po’ a quella sensazione. Grazie Punkt, grazie davvero.
Jean-Paul Hackett
Twitter: @JPHackett
Instagram: @hackett68


