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48 ore senza smartphone: sono sopravvissuta

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Sono sopravvissuto a 48 ore senza smartphone – per la Digital Detox Challenge con Punkt. e il nuovo telefono MP01. La storia è andata più o meno così: “Giovane donna – positiva – alienata dal mondo, si rifugia nei libri per sfuggire alle persone che la circondano.” A essere onesta, ci sono stati momenti in cui mi sono sentita un po’ come un’aquila che si ferma per scrutare l’orizzonte o osservare le persone come se fossero prede. Non so ancora se esserne felice o turbata.

48 ore senza smartphone? Bisogna organizzarsi

Nel mio commento al post di Punkt., che spiegava brevemente in cosa consistesse la challenge, avevo scritto che 48 ore senza smartphone avrebbero significato: niente accesso ai social tramite il telefono, niente geolocalizzazione, nessun dispositivo connesso a Internet per qualsiasi attività che richiedesse la rete.

Quindi: sul comodino solo una sveglia e l’MP01 (che ha la funzione sveglia), durante il giorno in giro per Milano con una reflex D80 per le foto, l’iPad con le notifiche disattivate – solo per ascoltare musica, un taccuino Field Notes e una penna per annotare le idee, e uno stato mentale zen.

Stranezze e imprevisti: preparati al peggio

Preparati a un mix di gioia, paura e panico. Il primo giorno fuori casa, praticamente nessun contatto con il mondo esterno tramite messaggi o chiamate.

Avevo organizzato incontri con persone e le avevo avvisate in anticipo che sarei stata raggiungibile solo via SMS, niente Messenger, WhatsApp, Telegram, ecc. Il problema? Nessuno usa più gli SMS. Sono diventati l’ultima risorsa comunicativa.

Io non li usavo – e il mio piano tariffario nemmeno.

I miei due problemi più grandi: rilassarmi ogni volta che volevo scrivere qualcosa a qualcuno in chat – e non lo facevo via SMS, perché “non era abbastanza importante”. E ricordarmi troppo tardi che il mio piano non includeva SMS.

Per la prima volta dopo dieci anni ho dovuto ricaricare una SIM prepagata – una di quelle piccole seccature della vita.

Insieme a questo piccolo tuffo nel 1998, sono arrivate altre fonti di stress:

  • La paura di non sentire il telefono mentre ascoltavo musica
  • Scrivere su una tastiera a 12 tasti
  • Il T9 (parte del problema precedente, ma merita un capitolo a parte di imprecazioni)
  • Annotare tutto – ma proprio tutto – che mi veniva in mente su carta. Adoro scrivere a mano, ma non mentre cammino per strada
  • Usare le mappe della metropolitana per capire dove scendere (per fortuna quelle di Milano sono ben fatte)

Il momento in cui capisci davvero il senso di un digital detox

Dopo circa cinque o sei ore di “disconnessione” è arrivata questa incredibile sensazione di pace. È lì che capisci davvero il senso del digital detox. Dopo il panico iniziale, ho raggiunto una calma interiore che mi ha permesso di: fare foto decenti – senza l’ansia di trovare qualcosa di “condivisibile”; leggere un intero libro in un giorno (non succedeva da almeno dieci anni, nemmeno con l’influenza del 2001); e soprattutto, vivere i social con più distacco – effetto durato anche il giorno dopo.

In realtà, ho adattato il mio bisogno di tenere sotto controllo le attività online degli altri a un nuovo ritmo, senza ansia da FOMO (forse non era importante, se nessuno me ne aveva parlato, no?). Ho usato il computer per tutte le attività che non richiedevano SMS o chiamate.

Devo ammetterlo: ho anche dormito molto meglio.

Un detox non è solo una pausa da dispositivi, tecnologia e internet, ma anche dal bisogno insensato di informazioni non necessarie nel momento presente. Forse sembra ovvio, ma avevo solo una vaga idea di tutto ciò – finché non l’ho vissuto in prima persona, in quei due giorni.

Conclusione?

Un digital detox è un modo meraviglioso per eliminare le distrazioni e concentrarsi meglio sulla vita reale, su sé stessi e sugli altri. E capire di cosa possiamo davvero fare a meno. Come controllare il telefono anche quando nessuno ha scritto.

Se qualcuno pubblica qualcosa su Facebook, rivolto a tutti – ma non direttamente a te – puoi decidere se vale la pena dedicargli tempo. E se non lo fai, la tua vita continuerà più o meno allo stesso modo.

La cosa più importante è capire come fare un detox in modo sano e comodo. Una tastiera QWERTY, per esempio, è magica. Essenziale. Quello che vorrei davvero? Che gli smartphone avessero una modalità Detox – accanto a quella Aereo: un clic e si spegne Internet.

Ma dubito che succederà presto.

Bianca Ferrari

Twitter: @bia_hvid
Instagram: @bia_hvid
Blog: Spell the Web